temporali estivi: volare o non volare?
Il meteo comanda sempre
Anche con i droni più resistenti, la regola numero uno resta semplice: non si vola se le condizioni meteo sono avverse. Un temporale non è solo pioggia o vento: può significare turbolenze, disturbi magnetici e perdita di segnale. E sopratutto può inficiare seriamente sulla qualità e l’affidabilità dei dati raccolti.
Le fasi di un temporale
Un temporale evolve in 3 fasi, che ogni pilota dovrebbe conoscere:
Fase cumuliforme (iniziale): sviluppo delle nuvole a cumulo, aria instabile e prime correnti ascensionali. Spesso ingannevole, sembra tutto tranquillo.
Fase di maturità: inizia la pioggia intensa, con raffiche discendenti (downburst), turbolenze e vento. Estremamente pericolosa.
Fase di dissipazione: meno pioggia, ma aria ancora instabile e venti irregolari.
La distanza di sicurezza sancita dalla normativa è di 20 Nautical miles (circa 37km)
Area di pericolo rappresentata da una tempesta sopra Vicenza con raggio ~37km
Le nuvole che devi sapere riconoscere:
Cumulonembi (Cb):
Sono le “torri” del temporale, annunciano pioggia, grandine e fulmini, particolarmente diffusi nel periodo estivo a causa dell’alta pressione.
Altostrati e nembostrati:
coperture grigie e dense che spesso anticipano pioggia continua.
Un breve recap dei principali fenomeni da ricordare e a cui prestare maggiore attenzione (ripreso da un precedente articolo)
Correnti, brezze e venti locali
Brezza di monte e brezza di valle
In montagna, l’aria si scalda durante il giorno salendo lungo i pendii (brezza di valle), mentre scende verso il basso la sera (brezza di monte).
Brezza di mare e brezza di terra
Di giorno l’aria calda sopra la terra richiama l’aria fresca dal mare (brezza marina); di notte accade il contrario.
Correnti ascensionali e discendenti
L’aria calda tende a salire (correnti ascensionali), mentre quella fredda scende.
I fenomeni di montagna a sinistra e i fenomeni di mare a destra
Strumenti utili e buona pratica
Consultare sempre il meteo, quello ufficiale per la normativa è MeteoAM.it ma ce ne sono molti altri (Windy, Aeroweather, RainViewer, ecc.).
In montagna e zone aperte, porta con te un anemometro (pochi spicci e voli con tranquillità).
Meglio decollare al mattino: l’atmosfera è più stabile e l’attività temporalesca è più rara.
Ogni drone ha un valore massimo di velocità del vento tollerata indicato nel manuale d’uso (spesso anche nella pagina ufficiale del prodotto). Ad esempio:
DJI Mini 4 Pro → resiste a vento fino a 10,7 m/s (38 km/h circa).
Droni FPV o industriali possono tollerare anche 12–15 m/s o più.
Importante: queste velocità si riferiscono al volo stabile, ma atterraggi e decolli restano più critici, quindi resta sempre al di sotto del limite dichiarato per margine di sicurezza.
Meglio volare domani che andare a ricomprare oggi
Volare in estate è bellissimo, ma è meglio rinunciare a una missione che perdere un drone (o peggio).
Se hai dubbi su meteo, rischi o missioni critiche, ci siamo: organizziamo corsi, simulazioni e consulenze operative.
E mi raccomando, diamo sempre un occhio al drone prima di volare.