INDAGINE TERMOGRAFICA dello stato di impianto fotovoltaico

Cosa fare per capire lo stato di salute del nostro impianto fotovoltaico?

Questa è esattamente la domanda che si pongono i nostri clienti quando il loro impianto inizia ad avere problemi, non rende più come dovrebbe, sospettano che sia stata eseguita una manutenzione alla buona o semplicemente inizia ad avere una certa età.

La risposta, di per sé, sarebbe semplice: ” basta vedere quanto sta producendo”. 

Il problema è che se anche riscontriamo un effettivo calo di produzione comunque non siamo in grado di dire quali siano le cause o quali effettivamente siano i pannelli colpevoli e di conseguenza da sostituire.

Quindi arriva la seconda risposta semplice :”facciamo un controllo con una termocamera”!

La soluzione effettivamente è corretta ma spesso i pannelli sono montati in luoghi poco accessibili come tetti, coperture industriali etc e anche se fossero raggiungibili da terra, come accade con i campi fotovoltaici, comunque non avremmo una grande immagine, ma un lungo dataset di fotografie dei singoli pannelli.

L’idea di volare con un drone dotato di termocamera funziona perché possiamo ricoprire un’area piuttosto vasta in tempi molto brevi ma soprattutto perchè alla fine costruiremo quello che viene definito un ortomosaico, ovvero una immagine singola composta da tutte le immagini scattate precedentemente, in maniera da avere una perfetta visione d’insieme e la possibilità di localizzare velocemente le celle o, nei casi peggiori, i pannelli non funzionanti.

Per comprendere però il corretto funzionamento di questa tecnologia è necessario capire come funziona alla base un pannello fotovoltaico:

Un pannello è costituito da varie celle collegate tra loro in serie lungo una linea, tutte le linee presenti sul pannello andranno poi ad essere a loro volta collegate in modo da ottenere un positivo e un negativo con cui collegare il pannello al restante dell’impianto - accumulatore - inverter etc.

Il processo di funzionamento è chiamato “fotoelettrico”, ovvero la capacità di convertire la radiazione solare in energia elettrica.

Nel momento in cui una cella funziona essa andrà ad assorbire la radiazione solare e la libererà sotto forma di corrente, mentre un cella non funzionante assorbirà e basta l’energia, innalzandosi di temperatura di 15 o anche 20 gradi rispetto alle celle circostanti e questo è proprio il fenomeno dell’ Hotspot.

Il nostro lavoro consiste infatti nel localizzare punti più caldi rispetto al resto del pannello o dell’impianto entro un range che viene determinato a inizio missione con la camera sull’impianto in maniera da non essere ingannati dai naturali punti di riscaldamento a cui un pannello è sottoposto naturalmente, ad esempio dove ci sono degli inverter -diodi -connessioni o i semplici frame metallici che li circondano.

Una volta effettuato il rilievo, tutti i dati vengono consegnati: dataset grezzo, ortofoto e un rapporto dei dati riscontrati.

Nell’esempio che si può vedere nelle foto, il nostro cliente desiderava semplicemente verificare lo stato di salute del suo impianto, dal momento che è prossimo al decimo anno di età; il rilievo, per ottenere il dato più preciso possibile, è stato effettuato alle 11 del mattino con una temperatura esterna di circa 34°, cosa resa possibile solo dall’estrema capacità del DJI matrice 300, che è egregiamente riuscito a termoregolarsi anche in queste condizioni.

Il rilievo, durato 28’ di volo, ha evidenziato un impianto in ottimo stato di salute con appena  23 hotspot su una superficie totale di 5180 metri quadri, dovuti probabilmente a grandine o a un semplice deterioramento temporale.


Porzione della ortofoto termica ricavata e relativi hotspot

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