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SCONTRO TRA DRONE AMERICANO Ed AEREO RUSSO

SUPERSPARK: Pillole di cultura per appassionati di dronI

Ieri, Martedì 14 Marzo 2023, tutti i telegiornali hanno riportato questa notizia: “collisione in volo tra un SU27 russo e un drone americano nei cieli del Mar Nero” e noi non potevamo che parlarne..

Ma partiamo dalle basi, cos’p un SU27? Che tipo di drone americano era? Come si categorizza esattamente una collisione in volo?

Il Sukhoi 27, nominativo USAF “Flanker” è un caccia intercettore supersonico di 4a generazione, di costruzione sovietica con una velocità massima di circa 2500 km/h (circa mach 2.4) e un carico utile di circa 7000kg, insomma un aereo che non vanta molti rivali.

Il drone in questione invece è un MQ-9 Reaper, un UAV ad ala fissa con un motore turboelica Honeywell TP 331-10T da circa 950 Cavalli, un’apertura alare di 20m e un peso massimo al decollo di 4,76T… diciamo che non è proprio il genere di drone che potete pilotare dopo aver conseguito lo Specific.

Quando si parla di collisione in volo, ovvero una MAC (Mid Air Collision) si parla di due velivoli le cui traiettorie ad un certo punto si intersecano. Questo può avvenire involontariamente o volontariamente (noto il caso in cui i piloti inglesi a bordo dei loro Supermarine Spitfire deviavano la rotta delle bombe volanti tedesche V1 facendo leva con l’ala del loro aereo su quella dei primi velivoli senza pilota).

In questo caso però la situazione non è ben chiara: non si capisce se effettivamente il caccia abbia “urtato” il drone, se gli abbia, come citano alcune fonti, scaricato del carburante o se abbia addirittura aperto il fuoco.

Quello che è certo è che il Reaper ad un certo punto abbia iniziato una traiettoria discendente e che è finito per inabissarsi nel Mar Nero.

La spiegazione del Cremlino arriva limpida e chiara, come riportato dalle maggiori testate nazionali e internazionali “il drone ha avuto un’avaria ed è precipitato autonomamente in mare senza il coinvolgimento del velivolo risso”; mentre gli americani dichiarano che sia stato un gesto volontario da parte dei piloti russi e che ne avrebbero le prove con dei filmati ricavavi dalla telecamera montata sul drone.

Quanto dichiarato poco importa, quello che è evidente è che per l’ennesima volta due super potenze mondiali sono a sfidarsi e ad aumentare le tensioni di cui nessuno al mondo ha bisogno, soprattutto alla luce del fatto che l’USAF dichiara di voler continuare le operazioni di sorveglianza e che quanto accaduto non scalfisce minimamente la loro tenacia ed intenzioni. Per fortuna, almeno, come spesso accade nel mondo droni, nessuno si è fatto male.