LA BATTAGLIA DI PALMDALE

SUPERSPARK: Pillole di cultura per appassionati di dronI

Già dalla prima guerra mondiale, i primi velivoli senza pilota avevano spiccato il volo, necessità nata dai bollettini di guerra via via sempre più sanguinosi; questo tipo di velivolo, tutt’ora sfruttatissimo dalle varie forze aeree mondiali non è però esente dai pericoli, come capirete velocemente durante questa storia.

Siamo nel 1956 a Palmdale, California, in una calda giornata di metà agosto, un Grumman F6F-5K “HellCat” senza pilota, ovvero un primordiale Drone, decolla dalla base USAF di Oxnard alle 11:34 locali diretto verso un poligono di tiro  per un’esercitazione missilistica in cui sarebbe dovuto essere il bersaglio.

Poco dopo il raggiungimento della quota di crociera però l’ Hellcat non risponde più ai comandi ed è subito chiaro a tutti che è in “runaway” ovvero in una condizione in cui non è più controllato da nessuno e semplicemente vola fino all’esaurimento del carburante.

Il drone, spinto da un motore Pratt & Whitney, 18 cilindri turbo, da 2000 cavalli, vola a una velocità di 600 kmh, a 9000mt di quota, esattamente in direzione di Los Angeles, luogo in cui, considerata l’autonomia, è previsto lo schianto.

Immediatamente decollano due caccia F-89 Scorpion armati di missili e mitragliatrici, con l’ordine di abbattere il velivolo fantasma non appena si fosse trovato sopra ad un’area scarsamente popolata.

Raggiunta la Antelope Valley, i due intercettori decidono di aprire il fuoco, però entrambi i colpi vanno a vuoto, dal momento che il sistema di puntamento automatico era ancora in fase sperimentale e di calibrazione, i piloti decidono quindi di sparare mirando manualmente, ma ancora senza successo, visto  che il montaggio del sistema di mira automatico aveva rimpiazzato le tacche di mira manuali.

Gli equipaggi decidono quindi di compensare l’ imprecisione dei tiri, con la quantità settando la modalità di tiro in “Ripple Fire” , ovvero la possibilità di sparare in 0,4s 42 missili per volta; procedono con questa tecnica e ben 84 missili mancano il bersaglio.

Il drone intanto continua la sua folle corsa verso il paese di Newhall, dove viene intercettato da altri due F-89 che sparano altri 64 razzi, anche questa volta senza abbatterlo.

I caccia continuano a tentare di abbattere l’Hellcat sparando altre salve di razzi “mighty mouse”, talvolta i razzi colpiscono il drone, ma colpendolo ad angoli troppo acuti semplicemente rimbalzano su di esso;  un totale di 208 razzi viene utilizzato dai caccia.

I piloti ormai senza carburante ed armamenti decidono di rientrare alla base.

Di li a poco il potente, ma assetato, motore dell’Hellcat inizia a perdere colpi per esaurimento del carburante e inizia una dolce spirale in discesa verso un’area non popolata.

Prima di toccare terra, taglia diverse linee telefoniche e termina il suo volo affondando un’ala nella sabbia e quindi disintegrandosi al suolo.

I danni sono immensi, i primi razzi lanciati avviano degli incendi che bruciano un’area di 61 ettari, un missile viene visto rimbalzare in una strada per poi infilarsi in un bosco ed incendiarlo, un altro finisce in un piccolo pozzo petrolifero, dando alle fiamme anche quest’ultimo; a Soledad Canyon altri 350 ettari vanno a fuoco.

Edna Carlson, che si trova a fare le pulizie a casa, vede un pezzo di missile entrare in casa attraverso una finestra, bucare un muro e piantarsi in cucina dopo aver distrutto anche un armadio, un altro missile atterra in una strada mettendo fuori uso un automobile, fortunatamente senza ferire gli occupanti, due uomini stanno consumando il pranzo a bordo di un camion che viene anch’esso distrutto da un altro missile.

Alla fine vengono impegnati 500 pompieri per spegnere gli incendi su un’area di circa 400 ettari, per fortuna non vengono registrate vittime, ma solo ferite senza conseguenze.

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